La spaccatura sul futuro dell’aeroporto
di Francesco Dradi
Si è aperto lo scontro sul futuro dell’aeroporto “Giuseppe Verdi”.
In ballo c’è l’approvazione del nuovo masterplan per lo sviluppo dell’aeroporto: nonostante la riduzione dell’allungamento della pista Sogeap ripropone un destino legato ai cargo, oltre che ai passeggeri. Il Comune non vuole i cargo e lo ha esplicitato con una secca presa di posizione della maggioranza consiliare che fa traballare il masterplan, la cui approvazione in Conferenza dei Servizi era attesa per fine luglio.
La spaccatura
Ed è uno scontro che evidenzia una spaccatura tra Amministrazione Comunale e Unione Parmense Industriali. Non si tratta solo di una diversa visione strategica sulle infrastrutture utili al territorio, come accaduto in passato, tra politici ed attori economici.
Nel caso dell’aeroporto l’Upi è direttamente coinvolta, imprenditorialmente parlando, in quanto azionista di maggioranza di Sogeap, la società cui è affidata la gestione dello scalo parmigiano. Gli industriali di Palazzo Soragna controllano Sogeap con il 60%, tramite la società Parma Aeroporto e con una quota diretta.
E giusto due settimane fa hanno iniettato 1 milione di euro per ricapitalizzare Sogeap. L’assemblea straordinaria lo scorso 3 luglio ha dovuto assorbire perdite per 13 milioni, defalcando il capitale sociale e contestualmente, per proseguire l’attività, ricapitalizzare per 2 milioni. Lo abbiamo spiegato in questo articolo (link) .
L’aumento di capitale
In base a quanto appreso da Libera Informazione, l’aumento di capitale necessario è stato ripartito in due tranche. Un milione subito, sottoscritto appunto dall’Upi. L’altro con scadenza a fine anno, sottoposto a tutti gli altri azionisti. Se dovessero rinunciare (cosa praticamente certa, considerando che gli enti pubblici hanno il veto normativo di sottoscrivere quote di società in perdita da tre esercizi, e che per gli austriaci di Meinl bank è una partita chiusa) sarà proprio l’Upi a immettere l’altro milione. Si tratta di soldi necessari per garantire l’operatività dello scalo per il 2023 e il 2024, considerato che ogni anno il “Verdi” accumula perdite gestionali per 3 – 3,5 milioni €.
In tutto, l’investimento dell’Unione Industriali assommerà a 10,5 milioni, dato che per salvare dal fallimento Sogeap nel 2019 aveva rilevato la maggioranza dalla Meinl Bank con l’esborso di 8,5 milioni, anche in quel caso tramite ricapitalizzazione societaria.
E, a questo punto e più di prima, diventa vitale l’ampliamento dello scalo, pur con allungamento ridotto della pista aeroportuale a 2.640 metri, dagli attuali 2.200 m.
Nel corso dell’assemblea straordinaria degli azionisti – per inciso il Comune di Parma, socio di Sogeap con il 2,97%, non ha partecipato – il presidente di Sogeap, Dalla Rosa Prati, avrebbe motivato l’ottenimento della conformità urbanistica del nuovo masterplan come conditio sine qua non per proseguire. La sola attività di traffico passeggeri non garantirebbe l’equilibrio di bilancio. Solo introducendo la logistica, con ricezione e spedizione merci, si può dare redditività al “Verdi”. Essendo già aperta la Conferenza dei Servizi (dovrebbe chiudersi a fine luglio, salvo richieste di proroghe dagli enti) il presidente Sogeap avrebbe confidato ai soci di poter dare il via entro l’anno ai lavori di ampliamento dell’aeroporto tuttavia ravvisando, con amarezza, “l’ostilità dell’Amministrazione Comunale di Parma”.
L’ostilità
E questa “ostilità” è esplosa dieci giorni dopo, il 14 luglio. Con un comunicato congiunto i 4 gruppi di maggioranza in consiglio comunale (Partito Democratico, Effetto Parma, Prospettive e Sinistra Coraggiosa) hanno espresso “delusione” per il fatto che il nuovo masterplan continui a perseguire l’obiettivo di un aeroporto cargo: “Ci duole dover esprimere una sorpresa generalizzata per il mancato recepimento delle indicazioni che abbiamo sempre manifestato con chiarezza e coerenza lungo tutto quest’anno. Il progetto non sembra, nella sostanza, presentare la cifra di cambiamento richiesta sulla natura dei voli che dovrebbero partire e arrivare nella nostra città”.
A sostegno della maggioranza si è espresso il consigliere Ottolini di Europa Verde-Possibile. Sulla stessa linea anche le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, ADA. Tra l’altro le stesse associazioni, assieme all’associazione No Cargo starebbero valutando l’ipotesi di un ricorso giudiziario-amministrativo avverso il nuovo masterplan.
Di segno opposto il parere del consigliere regionale Rainieri della Lega favorevole ai cargo – preoccupato per la perdita del finanziamento europeo di 12 milioni, legato allo sviluppo merci – e il capogruppo Bocchi di Fratelli d’Italia che giudica il masterplan un “buon compromesso” (Bocchi che un anno fa nella famosa “alzata di mano” dei candidati sindaci aveva negato il supporto ai cargo). Non pervenute finora le posizioni di altre forze politiche.
Il ricompattamento
Il comunicato della maggioranza consiliare denota tra le righe alcuni aspetti. Il primo è che, a queste condizioni, non c’è la volontà politica di approvare la conformità urbanistica (e la delibera necessaria per sdemanializzare la strada Parma Rotta, che sarebbe eliminata dall’allungamento della pista). Il secondo è rassicurare i tecnici del Comune impegnati nella Conferenza dei Servizi che hanno copertura politica al loro operato, qualora dovessero porre rilievi al masterplan. Va ricordato che così non fu sotto l’Amministrazione Pizzarotti, quando la politica spingeva per l’ampliamento mentre i tecnici comunali misero in fila una lunga serie di rilievi.
Tra le eccezioni sollevate vi erano l’interramento dell’elettrodotto e la assenza di un piano alternativo di viabilità, qualora fosse stata cancellata via delle Esposizioni. E in effetti questi sono i due punti stralciati dal nuovo masterplan che, invece, conferma tutto il resto, e dunque mantenendo le criticità sull’invarianza idraulica, sull’impatto acustico e atmosferico (benché la relazione al masterplan sostenga vi sia una riduzione di questi due inquinamenti).
Il rumore indotto dagli aerei cargo è un aspetto non marginale che preoccupa molto la maggioranza consiliare, alla luce di quanto sta accadendo a Bologna dove, a seguito delle reiterate proteste dei cittadini, il sindaco Lepore è riuscito a imporre per la stagione estiva uno stop ai voli notturni tra le 23 e le 6. Con conseguente riduzione del traffico cargo. Una situazione che comunque genera frizioni.
Il tentativo di rassicurare
Il tentativo di Sogeap di rassicurare, dicendo che per l’aeroporto di Parma si tratterebbe solo di 1 volo e mezzo al giorno è un palliativo. I 548 voli previsti nel 2025 sono l’avvio dell’attività cargo. La pista allungata sarebbe in grado di attrarre traffico continentale con aerei di grande stazza e poter fungere da smistamento per altri scali nazionali nell’Italia centro meridionale. Se il business decollasse, gli aerei cargo sarebbero molti di più.
Ma c’è un altro punto che si cela dietro il comunicato della maggioranza, ossia l’irritazione del sindaco Guerra per non essere stato informato puntualmente da Sogeap sul deposito del nuovo masterplan. Va ricordato che a inizio maggio gli assessori Borghi e Vernizzi rispondevano ad un’interrogazione del consigliere Ottolini dicendo che ancora non conoscevano la rielaborazione del piano da parte di Sogeap, che invece era già approvata formalmente da Enac.
Infine questa nota politica contro il cargo mostra una maggioranza compatta, o ricompattata, pronta a farsi valere e dimostrare la coerenza con gli impegni elettorali presi un anno fa, ossia no all’aeroporto cargo. Benché il sindaco Guerra lo ribadisse in ogni occasione, se potevano esserci dubbi ora questa linea è stata rimarcata da un documento dell’intera maggioranza e rimangiarsela sarà più difficile.
Non siamo riusciti ad appurare, con ragionevole certezza, se Sogeap avesse concordato l’accorciamento dell’allungamento della pista direttamente con la Regione Emilia-Romagna ritenendo che obtorto collo il Comune di Parma si sarebbe adeguato.
Certo è che l’assessore regionale ai trasporti, Corsini, dopo aver annunciato in un incontro pubblico a Parma che la pista sarebbe comunque stata allungata, dava la cosa per fatta nei pour parler in Regione.
La partita riaperta
E invece la partita è improvvisamente riaperta. E, a quanto risulta a Libera Informazione, questa impasse starebbe portando tensioni e divergenze ai piani alti di Palazzo Soragna che comincia a essere troppo esposta. Al momento Sogeap ha tenuto una linea di basso profilo, rispondendo alla maggioranza con “Sorpresa e profondo rammarico per la presa di posizione critica sui contenuti del piano di sviluppo dell’aeroporto” ma tendendo la mano “la Sogeap Spa si augura che l’analisi del piano possa essere approfondita in modo realmente basato sui contenuti progettuali consentendo una valutazione informata e responsabile, rispondente alla volontà, siamo certi condivisa da tutti, di fare bene, nell’interesse generale, attuale e futuro, della nostra città”.
Va precisato che il presidente dell’Unione Parmense Industriali, Buia, nell’assise annuale dello scorso 20 giugno, aveva ribadito la necessità di allungare la pista del Verdi.
All’ampliamento, ossia allungamento pista + hangar e nuovi piazzali, è legato il finanziamento dei 12 milioni di euro pubblici (fondi europei veicolati tramite la Regione). Peraltro già ora la pista è di lunghezza sufficiente per le tratte europee dei voli passeggeri (dal Verdi si vola per la Moldavia e un tempo si decollava per Londra e Bruxelles). Portare la pista da 2.200 a 2.640 m. in teoria potrebbe agevolare voli passeggeri intercontinentali ma, al di là che possa essere fattibile e fruttuoso, in via principale l’allungamento spalancherebbe i portelloni al trasporto cargo. Ed è proprio questo aspetto che è specificato nel nuovo masterplan.
In conclusione dare il via libera (la conformità urbanistica) ad un eventuale allungamento della pista se dal piano sparissero le parole cargo, logistica e merci, sarebbe coprirsi con una foglia di fico.
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