Sarà un autunno caldo a Parma

Il nodo dell’aeroporto sta venendo al pettine. In settembre il consiglio comunale dovrà deliberare sul masterplan e al momento la propensione è per una bocciatura. Il sindaco vuole uno scalo aperto solo al traffico passeggeri e niente cargo. Sogeap invece sta facendo pressioni per portare a casa l’allungamento ridotto della pista che permetterebbe entrambe le cose. Per gli Industriali difendere l’investimento in Sogeap è di vitale importanza, ma nel contempo si apre un altro fronte: la crisi di vendite della Gazzetta di Parma per la quale è annunciato un piano lacrime e sangue.

di Francesco Dradi

La data fatidica per il futuro dell’aeroporto di Parma è l’11 settembre. Data già simbolica di suo, in realtà è una scelta casuale poiché quest’anno l’11 coincide col lunedì, che è giorno di consiglio comunale. Due giorni dopo, il 13 settembre, scadranno i termini per la conferenza dei servizi asincronica indetta da Enac per raccogliere i pareri sul nuovo masterplan di sviluppo dell’aeroporto Giuseppe Verdi. Il Comune di Parma si esprimerà in doppio modo: da un lato con i pareri tecnici in materia urbanistica e ambientale, predisposti dagli uffici. Dall’altro con un voto politico poiché si muta l’assetto territoriale e in particolare occorre sdemanializzare la strada Parma Rotta (che sarebbe sovrastata, e dunque cancellata, dall’allungamento della pista aeroportuale ).
E appunto l’11 settembre il consiglio comunale – massimo organo democratico a livello locale – troverà all’ordine del giorno una delibera sul masterplan dell’aeroporto. Se si votasse oggi il masterplan sarebbe respinto. Nulla è cambiato dopo il documento della maggioranza “delusa” dalle modifiche del PSA (piano di sviluppo aeroportuale) che insiste sulla trasformazione in cargo. Ma c’è ancora un mese di tempo per cambiare le carte in tavola.
In questo articolo raccontiamo le indiscrezioni e i retroscena raccolti dai cronisti di Lip – Libera Informazione in Parma.

Un rapido recap: come stanno le cose

Il 27 giugno 2022 – il giorno dopo l’elezione del sindaco Michele Guerra che in campagna elettorale si era espresso nettamente in modo contrario sul progetto cargo – la giunta Pizzarotti ancora in carica approva un progetto di “riprotezione” (ossia ridislocazione altrove) di viale delle Esposizioni, dando di fatto il via libera all’allungamento della pista. Qualche mese dopo il Comune, con la nuova Amministrazione, ritira quel documento e “obbliga” Sogeap a digerire il boccone e redigere un nuovo masterplan.

Il nuovo masterplan dell’aeroporto (che è consultabile a questo link) prevede una modifica sostanziale: allungamento della pista dagli attuali 2.200 m a 2.640 m, con una riduzione di 343 m rispetto al piano originario. A corollario rimodellamento del fine pista e riduzione della superficie impermeabilizzata per complessivi 27.300 mq. I lavori di ampliamento cementificherebbero “solo” 48.200 mq di suolo. Rimangono in progetto i nuovi hangar per la movimentazione merci e, dunque, rimane la destinazione a cargo.

L’aumento del traffico passeggeri si ferma a 199.824 (miracolosamente sotto la soglia di 200mila, che è il limite Ue per consentire i cosidetti “aiuti di Stato” agli aeroporti in difficoltà, ossia per consentire l’erogazione dei famosi 12 milioni dalla Regione che attinge a fondi europei). Il nuovo masterplan approvato e, in base alla normativa fatto proprio da Enac che ne diventa il proponente, ha lasciato interdetto il sindaco, da qui la “delusione”della maggioranza. I passaggi li abbiamo descritti qui.
Stanti le cose, Sogeap – nelle persone del presidente Dalla Rosa Prati e dell’azionista di maggioranza nelle vesti del presidente dell’Unione Parmense Industriali, Buia – si è affrettata ad incontrare dapprima la giunta comunale e a ruota i capigruppo consiliari per rassicurare sul fatto che il progetto cargo sarebbe abbandonato e che l’allungamento della pista è funzionale a poter incrementare il traffico passeggeri, stimato in crescita esponenziale fino a toccare quota 1 milione di persone nel giro di tre anni. Il tutto contenuto in un nuovo business plan, illustrato per sommi capi ad assessori e consiglieri, ma che non è depositato ufficialmente agli atti. Questo nuovo piano prevederebbe una stretta sinergia con l’aeroporto di Bergamo – Orio al Serio.
Gli hangar sarebbero adattati per il ricovero degli aeromobili e non più destinati alla logistica merci.
Tutto quanto, stando alle informazioni raccolte, non avrebbe convinto il sindaco Guerra che ha invece chiesto e ottenuto di prorogare la scadenza della Conferenza dei Servizi di un mese, dal 13 agosto al 13 settembre. Conferenza dei Servizi che peraltro si esprimerà sul masterplan e non su ipotetici nuovi business plan. Al proposito forti perplessità emergono sulle riduzioni di smog e rumore, teorizzate nel nuovo masterplan come conseguenza del minor allungamento della pista, ma non supportate adeguatamente da nuovi studi (il lettore può farsi un’idea consultando il Psa linkato sopra).

Le divisioni nella politica e negli imprenditori, i ricorsi degli ambientalisti

A margine degli incontri degli industriali con l’Amministrazione Comunale è partita l’azione di lobby a sostegno dello sviluppo dell’aeroporto (stando bene attenti a non citare il tema cargo). Dapprima sono uscite le prese di posizione dei consiglieri regionali del Pd, Daffadà e Gerace, che hanno fatto votare un ordine del giorno in Regione a sostegno dello sviluppo del “Verdi”, trovando il consenso e supporto dei consiglieri della Lega, Rainieri e Occhi. È poi stato il turno di Pinardi (Azione) a invocare la consultazione e l’intervento dei sindaci del parmense, a cui è seguito appunto un sindaco, il neo primo cittadino di Salsomaggiore, Musile Tanzi, secondo il quale il futuro del turismo termale non può che passare per l’aeroporto.

Di converso le associazioni Legambiente, WWF e No Cargo, hanno depositato un nuovo ricorso giudiziale al Tar avverso il masterplan, mentre Parma Città Pubblica ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza.
Le associazioni sottolineano “In particolare, alcune delle prescrizioni presenti nel decreto di VIA pospongono alla fase di progettazione esecutiva la verifica della compatibilità ambientale di elementi non certo secondari quali lo studio di rischio di incidente aereo e la risoluzione delle interferenze urbanistiche tra il progetto e il tessuto urbanizzato. Una disposizione che le associazioni ritengono illegittima in quanto tali verifiche andrebbero fatte preventivamente”. (Qui il comunicato integrale).

In questo contesto si è tenuta, la sera del 2 agosto, l’assemblea comunale di Parma del Partito Democratico, dal contenuto informativo, senza votazioni, in cui è stato ribadita la coerenza tenuta finora rispetto al programma e agli impegni presi nella scorsa campagna elettorale. E, dunque, il parere negativo su allungamento pista e destinazione cargo. Questo in chiaro contrasto con la posizione dei consiglieri regionali del partito. Al momento non sono fissati altri incontri interni al Pd ma è considerato probabile che a inizio settembre possano tenersi, a livello comunale o provinciale.

La situazione rimane fluida perché se nessuno nell’Amministrazione Comunale vuole il cargo nemmeno si vuole passare per quelli che affossano l’aeroporto.
Al momento, in base alle indiscrezioni raccolte da Lip, i consiglieri di maggioranza (tutti i gruppi) sarebbero divisi a metà come orientamento di pensiero, tra oltranzisti del no assoluto all’allungamento della pista e i possibilisti , ossia favorevoli a un sì condizionato, con garanzie di sviluppo solo passeggeri. Ovviamente arrivare al voto in queste condizioni significherebbe una spaccatura profonda e la fine della maggioranza. A compattare i ragionamenti politici c’è la consapevolezza di un’unità d’intenti col sindaco che su questa vicenda ha messo in gioco il suo futuro politico. E, quindi, al di là di posizioni personali dei singoli consiglieri, la sensazione è che la maggioranza voterà in base alle indicazioni del sindaco, sia in un senso che nell’altro.

Antenne dritte sulle reazioni dei cittadini

In municipio sono molto sensibili alle reazioni dei cittadini. Ed è chiaro che se vengono messe nel conto le opinioni e le dichiarazioni espresse sul giornale cittadino, altrettanto si guarda alle manifestazioni di piazza. E si fa notare come vi sia differenza tra mobilitazione contro il nuovo stadio e contro l’aeroporto cargo, al netto del grande impegno delle associazioni ambientaliste. Quello che manca è la pressione popolare, che arriva tramite messaggi diretti, petizioni, iniziative di quartiere, lettere sui giornali nazionali … rimane da capire se questa “bassa tensione” è dovuta ad una pausa da vacanze estive oppure se la preoccupazione per il cargo è circoscritta ad una cerchia minoritaria.

A proposito: e il nuovo Tardini?

Come raccontato da Lip il progetto del nuovo stadio che sembrava impellente è sparito dai radar. Anche questo sarà un argomento che rinfocolerà gli animi nei mesi autunnali.

Si guarda a Bergamo

Il sindaco Guerra dal canto suo sta provando a intervenire su un duplice binario: da un lato a chiedere garanzie nero su bianco dell’impegno di Bergamo sul fronte passeggeri (Orio al Serio è satura di passeggeri e voli; ma come l’ingresso di SACBO – la società di gestione bergamasca, partecipata dagli enti locali e con azionista di maggioranza la SEA degli aeroporti milanesi – poi possa entrare e configurarsi nel piano regionale degli aeroporti emiliano-romagnoli è tutto da capire. La Regione Emilia-Romagna sarà d’accordo nel finanziare un aeroporto che va nell’orbita lombarda?) e dall’altro la reale disponibilità di Sogeap ad investire gli altri 8 milioni € necessari per il progetto di ampliamento dell’aeroporto, dato che i 12 milioni € pubblici non sono sufficienti.

E, in questo, se il fronte imprenditoriale prova a dividere la politica, di converso la politica può agire sui mal di pancia degli industriali. Perché non tutti nell’UPI sono disposti a finanziare Sogeap per il piano di sviluppo che, comunque lo si guardi, rimane molto incerto. Intanto in autunno ci sarà da versare ancora 1 milione € di ricapitalizzazione e poi capire dove attingere per gli investimenti (se non 8, minimo 5 milioni per partire coi cantieri). È chiaro che se ci fosse un operatore della logistica (ad esempio Amazon o Etihad) potrebbe diventare partner dell’impresa. Ma questa condizione non è accettata in Comune. Dunque allo stato può essere solo un’altra società aeroportuale, che punti sul traffico passeggeri. Tutto da capire che lo scalo parmigiano risulti di vero interesse. Già un accordo con il “Marconi” di Bologna, stipulato a gennaio 2019, è finito nel nulla.

Mai emergerà in pubblico ma ci sarebbe un consistente diverbio interno negli industriali, tra vecchia guardia e nuovi capitani. Una diversità di vedute anche sull’affrontare le sfide della crisi climatica, tra chi vuole comunque portare avanti un modello di sviluppo “as usual” e chi invece è disposto ad imboccare per davvero la transizione ecologica.

Crisi nera per la Gazzetta

E qui si innesta un’altra partita che scalderà l’autunno parmigiano: la crisi che riguarda la Gazzetta di Parma. I dati attestano una perdita secca di 5.600 copie in un anno, un meno 21,5% dal 2021 al 2022 che è ben oltre il calo strutturale di vendite dei giornali che si registra in tutto il Paese (-6,5%). (Vedi tabella e link sopra per approfondire).
Uno sprofondo del genere si spiega con la disaffezione dei lettori che, evidentemente, non gradiscono la linea editoriale.
Sia come sia, la Gazzetta da giornale vanto degli industriali che macinava utili è diventato un problema. E la ricetta proposta dalla proprietà (Segea, società dell’UPI) è una sola: da ottobre taglio drastico dei giornalisti, con varie misure tra cassa integrazione e prepensionamenti. Il comitato di redazione in settembre farà le sue controproposte con l’obiettivo di mantenere il corpo redazionale. Si vedrà come andrà la trattativa sindacale, tuttavia una cosa sembra certa: l’editore non ha intenzione di investire per un rilancio.

Nel nostro piccolo di Libera Informazione in Parma porgiamo la solidarietà ai giornalisti della Gazzetta di Parma per questa difficile situazione.

Una riflessione in tema si pone anche ai nostri lettori, sulla necessità di sostenere i giornali e i siti di notizie. Auspichiamo che per il bene della città e della provincia di Parma, il pluralismo dell’informazione esca rafforzato nei prossimi tempi.

 

Crediti immagini: Piano sviluppo aeroportuale “Verdi”

© Riproduzione riservata

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1 commento
  1. Giampiero Venturelli
    Giampiero Venturelli dice:

    Il problema della Gazzetta di Parma credo sia anche di tipo culturale. L’impostazione del giornale è compiacente nei riguardi della cultura locale: supponenza un po’ infantile (che nasce forse da un complesso di inferiorità), mancanza di dialettica sociale, chiusura nei riguardi di coloro che non sono dei nativi. In altri termini: un provincialismo altamente autolesivo.

    Rispondi

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