Tre intoppi per il nuovo Tardini

Logistica, piano finanziario, possibili vincoli architettonici.
Tre intoppi che frenano il nuovo Tardini?

di Marco Ferrari

Per la “Gazzetta” e per “12 TV Parma” doveva arrivare all’inizio di giugno. In Comune lo aspettavano per l’inizio di luglio. Stessa cosa per alcune testate web che avevano anticipato anche qualche particolare come la presenza di due rampe di accesso. Ma del progetto definitivo del Tardini non c’è più traccia.

Molto strano che non se ne parli più proprio in un momento così intenso per il Parma Calcio alle prese con la definizione della squadra in vista del prossimo campionato. Un silenzio che fa molto rumore. Eppure la delibera di Giunta dei primi di aprile aveva spianato gli ostacoli pur specificando una serie di condizioni alle quali il progetto avrebbe dovuto attenersi. Insomma la strada per arrivare ad un’approvazione definitiva era stata ben indicata.
Se dopo più di 100 giorni tutto tace, saranno probabilmente emerse difficoltà o nuove prospettive.
Proviamo ad indicarne tre che potrebbero essere tra le più importanti, secondo le indiscrezioni raccolte da Libera Informazione.

Ancora Serie B – Licenza Uefa già ottenuta – Che fretta c’è?
Non c’è poi tutta questa fretta. Giocare con lo stadio in fase di pesante ristrutturazione crea non pochi problemi logistici di cantiere. Se il Parma fosse stato promosso in Serie A questi sarebbero stati ancora più pesanti. Alla fine forse è meglio affrontare tranquillamente un altro campionato di Serie B e posticipare l’inizio dei lavori alla fine della stagione, in modo da avere a disposizione tutta l’estate con il cantiere in funzione a pieno ritmo. In più è già stata ottenuta la licenza Uefa per la stagione 2023-2024. Insomma non c’è bisogno di correre, anche perché potrebbe essere ancora viva l’ipotesi di giocare temporaneamente a Fidenza o a Noceto valutando la possibilità di ristrutturare preventivamente uno dei due impianti.

Piano economico-finanziario da affinare. Concessione a 50 anni?
Il tempo guadagnato con uno slittamento all’anno prossimo dell’inizio dei lavori può servire a Krause per mettere a punto il miglior piano finanziario possibile. Questo era stato oggetto di diverse critiche durante la Conferenza dei servizi preliminare, ma adesso, in questa fase finale, il definitivo deve essere a prova di bomba. La volontà del Comune di ridurre in maniera “consistente e sostanziale” la durata della concessione inizialmente chiesta per 90 anni, potrebbe aver posto a Krause diversi problemi di sostenibilità finanziaria da risolvere. L’investimento del patron americano, si dice in Comune, sarà sicuramente minore dei 100 milioni € inizialmente stimati, visto anche le pressanti indicazioni dell’Amministrazione a non rifare ex novo le parti dello stadio che possono essere solo ristrutturate. Ipotizzando una concessione attorno ai 50 anni e i risparmi dovuti alla rigenerazione di parti strutturali, la spesa si potrebbe dimezzare, cosa molto gradita anche in Comune. Dopo più di tre mesi il progetto architettonico definitivo dovrebbe essere pronto, ma poggia su quello economico e il ritardo può voler dire che dal punto di vista finanziario non tutte le soluzioni previste sono state perfezionate o si stanno cercando ancora le condizioni migliori.

Vincoli architettonici non ancora ufficializzati, possono creare problemi al progetto?
Sappiamo che la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Parma e Piacenza, nell’ambito dei pareri richiesti in sede di Conferenza dei servizi preliminare, doveva esprimersi su possibili vincoli storico-architettonici sulle parti restanti della struttura originale degli Anni ’30. Queste sono: l’entrata monumentale con la cancellata e i due casinetti laterali, il viale dei tigli, e la facciata rimanente della tribuna d’onore inglobata nella tribuna centrale.

Le strutture sono tutelate ope legis in modo generico avendo più di 70 anni, ma risulta che la Sovrintendenza abbia proposto un vincolo architettonico al Ministero della Cultura che però non è stato ancora ufficializzato.

In Comune ne sono a conoscenza, anzi sanno che riguarderà l’entrata, che è sempre stata il simbolo dello stadio, e le due palazzine laterali, a cui vanno aggiunti anche alcuni metri di vuoto attorno che lasci loro la necessaria autonomia architettonica.
In ogni caso però anche questo tassello aspetta di avere un contorno definitivo. E qui potrebbero esserci le sorprese in negativo per il Parma Calcio. Se il vincolo apposto alle aree attorno alla torre d’ingresso fosse molto ampio, non ci sarebbe lo spazio fisico per le rampe di accesso, siano queste al parcheggio sotterraneo, un asset non secondario nelle intenzioni della società crociata, oppure rampe dirette alla tribuna centrale.

Certo, se il costo dell’intervento risultasse dimezzato e se ci fossero sorprese sul versante del vincolo ministeriale, il progetto Krause, partito come un totale rifacimento stile astronave, atterrerebbe come una rigenerazione strutturale che darebbe certamente al Tardini nuova vita, mantenendone però la sua vocazione principale, essere cioè “solo” lo stadio della squadra della città. E forse, pensandoci bene, sarebbe abbastanza.

Crediti foto: Fotomedici.it/parma-di-una-volta/

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