Che divieti bislacchi
Oh, caro diario,
sono qui a sfogare la mia pena e la mia incredula indignazione per l’assurdità di cui sono testimone. Sì, perché oggigiorno le stranezze sembrano dilagare come la peste, e la mia pazienza aristocratica è messa a dura prova!
Ebbene, nel cuore della nostra sventurata città, una bislacca decisione è stata presa da coloro che indegnamente la governano in mia vece: il divieto di vendere bevande in bottiglia nelle ore serali! Un affronto senza precedenti alla nostra gloriosa tradizione di festeggiamenti e baccanali, che ci ha portato al culmine della civiltà!
Ma chi sono costoro che osano privarci delle deliziose libagioni che deliziano i palati e rallegrano l’umore? Certo, potrei fare un lungo elenco delle ragioni per cui questa decisione è del tutto folle, ma sarebbe come cercare di istruire un lanzichenecco nelle arti delle buone maniere!
E così, oggi mi è giunta voce di questa sciagurata restrizione. All’inizio, pensavo fosse una sorta di beffa, ma, oh, il dolore quando ho capito che era tutto vero! Dopo avere rivolto al tristo latore della novella un attonito “ma dabò?”, subito seguito da un indignato “che nador!” ho immediatamente convocato il gabinetto dei miei consiglieri, per discutere di questo gravissimo affronto alla nostra società. Il mondo sta impazzendo, sono forse io l’unico faro di lucidità in questo marasma!
Come potremo continuare a tessere i nostri intrighi, i pettegolezzi e gli affari di cuore senza il prezioso aiuto delle libagioni? Le notti nei saloni nobiliari e nelle strade della città saranno ridotte a ritrovi tediosi e sonnolenti, e la nostra società, orba del suo tonico preferito, perderà ogni fascino.
Ma, caro diario, ecco il culmine dell’assurdità: sembra che la ragione addotta per tale divieto sia la preservazione della pubblica sicurezza, del decoro urbano e della quiete pubblica! Parole vuote di senso, degne di politici retrivi, privi di idee. Come se vietare le bottiglie di vetro e riempire gli augusti lastricati delle nostre strade di dozzinali bicchieri di plastica potesse condurre alla redenzione dei vizi del popolino! Ma noi siamo nobili, siamo fatti di una pasta diversa, non ci lasciamo sedurre da queste favelle ingannevoli!
In conclusione, caro diario, sono sconvolta da questa bizzarra decisione! Ma non temere, perché la mia indignazione e il mio spirito ribelle mi spingeranno a trovare un modo per eludere questa meschina prevaricazione. Il nobile ingegno non conosce ostacoli, e se qualcuno vuole privarci dei piaceri di Bacco, allora dovremo ricorrere a misure segrete per assaporare le nostre bevande preferite.
Al diavolo i divieti, siamo nobili, siamo scandalosi, siamo vivaci! Che il mondo sappia che la Duchessa non sarà mai domata da leggi tanto ridicole.Tua Duchessa M.L. d’Asburgo Lorena
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