Krause style: dal pallone al mattone
di Francesco Dradi con il supporto della redazione
A Parma dobbiamo ancora capire se Kyle Krause, 60 anni, presidente del Parma Calcio da tre stagioni, è l’amico americano, infatuato dallo sport più popolare del mondo, oppure un imperialista yankee, affarista immobiliare.
Sicuramente l’abbinata pallone e mattone è inscindibile nelle intenzione del magnate dell’Iowa, come mostriamo nelle foto sotto. E peraltro è in buona compagnia: delle 40 società di calcio professionistiche italiane (serie A e B) 13 hanno proprietà straniere, di cui 11 americane. Tutte, o quasi, hanno nelle loro intenzioni la costruzione di nuovi stadi, facilitati da una leggina ad hoc che permette di bypassare tanti strumenti di salvaguardia dell’interesse collettivo.
Curioso paradosso: per anni si è detto che il calcio italiano non era più competitivo in Europa perché non vi sono stadi accoglienti e, come per magia, questa primavera ci ritroviamo ad avere 5 squadre nelle semifinali delle coppe europee, con gli stessi stadi “inadeguati” di prima (a parte la Juventus che lo “stadium” nuovo ce l’ha ma peraltro versa in guai ben peggiori).
Ma non divaghiamo.
Quando di tanto in tanto lo vediamo a Parma, Krause ha sempre il sorriso #opentomeraviglia di chi scopre il Bel Paese.
Però applicando la mentalità stelle e strisce, dove lo sport è un business come un altro. Negli USA questa mentalità è agevolata dai campionati chiusi, senza promozioni e retrocessioni. E questo garantisce stabilità. E se una città “non risponde” si cambia, come insegna la vicenda degli Athletics nel baseball, che trasferirà la franchigia da Oakland a Las Vegas … proprio per una questione di stadio.
In Italia, e in Europa, le cose funzionano un po’ diversamente. L’alea è molto più elevata. Come dimostrano i magri risultati sportivi conseguiti finora (peraltro, a dispetto degli opinionisti locali ipercritici, il Parma è tuttora in corsa per la serie A e con un po’ di fortuna potrebbe farcela ad ottenere la promozione).
A prescindere dai risultati l’investimento americano è stato cospicuo, tanto è vero che le perdite accumulate dal Parma Calcio nell’ultimo anno sfiorano i 100 milioni di euro, con un esborso complessivo, da parte del gruppo Krause, di 325 milioni € in due anni.
Cifre da far impallidire noi comuni mortali italiani, cifre che spedirebbero il signor Krause di diritto in quella categoria di presidenti “ricchi e scemi” come ebbe a definirli, a fine anni Cinquanta, Giulio Onesti presidente del Coni .
Va bene che il patrimonio della famiglia Krause è debordante (3 miliardi di euro, secondo la Voce di New York) tuttavia scialarne il 10% per una passione mal si concilia con l’idea dell’imprenditore di successo.
Impensabile che non voglia perlomeno tenere i conti in equilibrio. Puntare sullo sviluppo del settore giovanile, per future plusvalenze, forse non basta.
E dunque l’affare nuovo Tardini s’ingrossa. E si allarga fino a Collecchio.
Cerchiamo di capire come, facendo il parallelo con Des Moines, città di origine delle fortune di Krause. Le analogie sono davvero tante e raccontano una storia, quella di un imprenditore e delle sue creature da Des Moines, capitale dell’Iowa (USA), nella cosiddetta “corn belt”, ossia “fascia del mais”, a Parma, Italia, autoproclamata capitale della “food valley”. Altra caratteristica in comune: entrambe hanno una popolazione che si aggira sui 200mila abitanti.
Per Krause la passione del calcio è antica: è proprietario del Des Moines Menace dal 1998. Per due decenni si è accontentato. Poi nel 2020 il salto di qualità.
Il sistema del soccer americano è diverso dal calcio italiano tuttavia, per intendersi, il Menace milita in una categoria equiparabile alla nostra serie D. Ciò non basta più a Krause che vuole una squadra almeno in USL Championship, al livello della nostra serie B. Non essendoci promozioni / retrocessioni per iscriversi e giocare nella Usl Championship occorre rispettare una serie di parametri, tra cui uno stadio con determinate caratteristiche. Qui sta la novità: Krause un anno fa (2022) ha fondato la società del Pro Iowa (il nome richiama la Pro Patria nostrana) per ottenere la concessione per costruire uno stadio nuovo, polifunzionale, con annessi ristoranti, negozi e altro. Una volta che sarà pronto lo stadio (nel 2025, da progetto, ma vi sono intoppi) formerà la squadra da iscrivere al campionato.
Andiamo alle foto. Nella colonna di sinistra l’America: il patron lancia la nuova società calcistica, in mezzo il rendering del nuovo stadio che progetta per la capitale dello Iowa; più sotto, un centro multifunzionale della Krause+, il braccio immobiliare dell’azienda di famiglia.
Nella colonna di destra, Parma: Krause acquista la squadra; sotto, a destra, il primo rendering (aprile 2021) del Nuovo Tardini; più sotto, l’ex centro direzionale Parmalat di Collecchio acquisito assieme a vasti terreni.
Altra foto interessante: questi sono gli interventi immobiliari che i Krause vorrebbero realizzare nella loro cittadina di Des Moines attorno al loro nuovo stadio, con un investimento previsto di circa 550 milioni di dollari.
Il “distretto sportivo” a Des Moines conterrebbe, tra l’altro, una piazza, luoghi per fare musica all’aperto, negozi, ristoranti, birrerie, hotel, appartamenti, uffici, supermarket. Il calcio come punto di partenza, il mattone come punto di arrivo: il nuovo stadio diventa il catalizzatore di importanti operazioni (speculazioni ?) immobiliari.
A Parma non ci potrà essere un una possibilità come questa, ma forse Kyle Krause sta progettando un District diffuso tra il quartiere Cittadella e Collecchio. Il Nuovo Tardini potrebbe diventare una specie di Krause Center aperto tutto l’anno in attesa magari di entrare in possesso di qualche altro spazio in città (Comune permettendo). Krause si è detto “felicissimo che lo stadio rimarrà sempre dov’è oggi, nel cuore della città” (“Gazzetta dello Sport” del 14 aprile 2023). Dichiarazione comprensibile dal suo punto di vista. Nella vecchia Europa la conquista del centro storico permette di pareggiare quella mancanza di spazio edificabile che in America certo non manca.
A Collecchio invece lo spazio edificabile c’è. Al Centro sportivo si sono da poco aggiunti, infatti, gli edifici in abbandono dell’ex Centro direzionale Parmalat con i relativi terreni, il tutto (340.000 mq) già unito attraverso i tre appezzamenti messi all’asta – fortunata coincidenza! – dal Comune di Collecchio. Il progetto “Parma Calcio District” sta prendendo forma ed è in continua evoluzione come ha lasciato intendere il patron.
Il grosso investimento è frutto di una visione ben precisa. Le ingenti perdite del Parma Calcio gestione Krause (ricordiamo: 100 milioni l’anno) forse non erano previste (o forse erano previste perdite di minore entità), ma per la famiglia di Des Moines l’importante era far partire il treno, che è stato messo in moto e che adesso non si può fermare.
Per comprendere la Krause-strategy si deve anche considerare la recente vendita del core business dell’azienda, la catena di minimarket-distributori di benzina-ristoranti, chiamata Kum&Go. Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti anonime, l’operazione potrebbe aver fruttato 2 miliardi di dollari (forse al lordo dei debiti contratti in precedenza).
Per il giornale locale Des Moines Register, questa decisione ha i caratteri di un epocale cambio di rotta della famiglia Krause che è voluta uscire da un settore (quello del “gas and convenience store”) nel quale non poteva più essere competitiva per concentrarsi su altri business, primo fra tutti quello immobiliare.
Il vecchio business avrebbe richiesto infatti investimenti massicci in nuove tecnologie e automazioni per reggere i quali (complice anche l’inflazione) i punti vendita sarebbero dovuti aumentare, per una conveniente economia di scala, fino a superare il migliaio e coprire più Stati possibile. I Krause ne avevano circa 430 in 12 Stati, pochi, e infatti sono stati comprati da una catena concorrente che ne aveva oltre 800. Anche il post-covid ha avuto un peso nella decisione della vendita: ha ridotto la mobilità delle persone e portato a un aumento – diventato poi strutturale – del lavoro online con conseguente riduzione dei viaggiatori e dei ricavi nel settore. Altre aziende americane di simili dimensioni e dello stesso settore hanno venduto prima dei Krause.
Il sito del Krause Group spiega la filosofia dei nuovi investimenti: fornire servizi che soddisfino le necessità di singoli cittadini ma soprattutto di intere comunità sempre alla ricerca di un più “eccitante” stile di vita. Quindi un settore di affari dove tutti sono potenziali consumatori dotati di un potere d’acquisto adeguato e disposti a spenderlo per assicurarsi il meglio.
Ecco la mission: “Utilizzare una visione globale per far crescere le comunità locali”; “Krause Group è la società madre di una serie diversificata di attività che includono vendita al dettaglio, logistica, cantine italiane e ospitalità, proprietà immobiliari, agricoltura e squadre di calcio. Mettiamo le persone al primo posto, accelerando le nostre attività in modo che possano realizzare il loro scopo e trovare un successo multigenerazionale a lungo termine”.
Lo Stadium District contiene in effetti tutto ciò che può rendere la vita più “divertente”: stadio per il calcio ma disponibile per diverse altre attività (es: concerti), piazze alberate, luoghi per fare musica all’aperto, birrerie, negozi, ristoranti, hotel, supermarket e uffici nuovi dove è più bello lavorare.
Il tutto necessita di nuovi spazi e nuovi edifici o la riqualificazione ad hoc di quelli esistenti, ed ecco che si arriva al nuovo core business della famiglia, il settore immobiliare, rappresentato dalla Krause+.
La Krause+ comunica così la sua nuova strategia, che sta avanzando nello Iowa come in Italia, in particolare a Parma.
Lo proponiamo, con un pizzico di satira, in versione Parla come Mangi (un omaggio all’indimenticabile Cuore).
1) We MAKE places better. | COSTRUIAMO edifici, quartieri, città moderne, in cui si vive meglio. |
2) We are a purposed-based company that puts people and planet first. | NON siamo degli speculatori. Dovete avere fiducia in noi perché prima di tutto abbiamo a cuore le sorti delle persone e del pianeta, indispensabile in tempi di preoccupazioni ecologiche. |
3) We turn UNDERUTILIZED real estate into vibrant COMMUNITIES. | Noi non arriviamo con le ruspe e le colate di cemento. Anzi, vogliamo se possibile RIQUALIFICARE immobili VECCHI O SOTTOUTILIZZATI in luoghi al servizio di vivaci comunità. |
Krause a Parma sta dando corpo alla nuova linea di affari della famiglia attraverso la “riqualificazione” del Tardini da trasformare in uno “stadio commerciale” e la creazione di un quartiere tipo Stadium District a Collecchio, utilizzando la narrazione dell’ “essere al servizio delle comunità”.
L’imprenditore vuole fare affari, tutti gli imprenditori lo vogliono ed è legittimo. Decidere se questi siano compatibili con il “pubblico interesse” o non si possano ritorcere in parte contro Parma e i suoi cittadini, questo è il compito del decisore politico ma anche di tutti i parmigiani. Il luccichio dei dollari è invitante, ma come sappiamo per avere una buona qualità della vita ci sono ingredienti senza prezzo, come dice la pubblicità.
Per esempio, un Tardini-Krause Center con parcheggio sotterraneo, negozi, ristoranti e altre attività funzionante tutto l’anno avrebbe pesanti ripercussioni in termini di traffico e di inquinamento nella piazza antistante lo stadio e il Petitot, che già non scherza. E qui accenniamo solo incidentalmente al divieto di transito e sosta per motivi di ordine pubblico in occasione delle partite, che manda regolarmente in tilt un quadrante di città.
Tornando al rifacimento dello stadio vi è anche l’interrogativo sul mantenimento o scomparsa dell’ingresso monumentale con i suoi filari di tigli, pensata dal punto di vista architettonico-urbanistico come parte integrante della raggera di strade alberate che formano Piazzale Risorgimento e che ruotano appunto attorno al Petitot, come da foto storica del 1967.
Quanti dollari valgono questo genere di beni immateriali? È possibile riqualificare il Tardini con i fondi di Krause senza stravolgere il fondamentale concetto di “pubblico interesse” concedendo un po’ troppo favore al privato?
Il primo progetto del Nuovo Stadio prevedeva la completa demolizione del Tardini per ricostruire uno stadio-astronave. Le critiche dei cittadini, dei tifosi, di alcuni politici e dei vari enti di controllo, anche relative al piano finanziario, hanno portato a cambiamenti.
Il primo progetto “costava” 84 milioni € e prevedeva una concessione di 90 anni. Uno dei paletti fissati dalla mozione consiliare approvata il 3 aprile scorso, e ratificata dalla giunta, chiede una significativa riduzione della durata della concessione. In attesa del nuovo progetto, nei pour parler politici si vocifera di una forchetta che oscilla tra 30 e 60 anni. Tutto sta a capire quale sarà il break even dell’investimento nel nuovo Tardini per sostenere la squadra del Parma Calcio. O viceversa. Oppure se Krause, non potendo fare affari di mattone, magari si porterà via il pallone.
Credits foto:
– 1 e 2) da Des Moines Register
– 3) Krause Group
– 4) Copyright Italpress
– 5) da video Parma Calcio 1913
– 6) da Comune Collecchio
– 7) da Hola America News, “Downtown Des Moines soccer stadium at least a year”, di T.Jett (Des Moines Register)
– 8) Fotomedici.it/parma-di-una-volta/
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I soldi necessari arriveranno tutti dal gruppo Krause o ci saranno finanziamenti da parte di amministrazioni pubbliche tipo Coni o similari ? Se sì sarebbe un ulteriore beffa x i cittadini che vorrebbero finanziate opere più prioritarie in questo periodo. Ad esempio : rifacimento rete idrica acquedotti, casse di espansione, invasi per raccolta acque ect ect. Qualcuno può chiarirmi questo dubbio ?